Il primo impianto è, forse, tardo duecentesco, con una volumetria muraria ben più consistente dell’attuale, andato distrutto nel terremoto del 1461. Fu ricostruita successivamente in dimensioni ridotte, tanto da meritarsi l’appellativo di “picciola chiesa”, divenuta sede della Confraternita della Trinità a partire dal 1577 che, successivamente, aveva provveduto a costruirle accanto un ospedale per i pellegrini.
La forma esterna della chiesa è quella di un volume rettangolare allungato e ricalca, forse, la forma precedente al terremoto in considerazione della presenza, su via Celestino V, dell’affresco quattrocentesco della Vergine con Santi. Il prospetto, al contrario, appare tutto ridisegnato, espressione di una poco impegnativa reinterpretazione settecentesca dei precedenti schemi aquilani dei prospetti di chiesa.
Al contrario, il trattamento architettonico interno appare singolare nel territorio aquilano, per la sua resa spaziale. La presenza di paraste corinzie e
di nutrite trabeazioni, insieme ai due setti laterali concavi in posizione centrale, caratterizza la spazialità interna, quasi ad evocare l’esistenza di tre ovali che intersecano, a croce, l’impianto rettangolare.
L’edificio della chiesa di Santa Maria Picenze è stato fortemente interessato dalle azioni generate dall’onda sismica del 2009.
Apprezzabile l’entità della lesione di distacco della muratura in corrispondenza della finestra centrale del prospetto d’ingresso della Chiesa.